Cuba. L'Avana vendesi - L'Espresso - 7, novembre 2013 | Vivere ai Caraibi - Notizie Utili
19.11.2013 Cuba

Fonte: L'Espresso n.44 - 7 novembre 2013

"Servono 200 mila dollari per una villa anni '50 con giardino nel più bel quartiere dell'Avana. Ne bastano 15 mila per una casina bassa sul lungomare della periferia orientale dell'isola.

E' l'ultimo affare cresciuto nelle pieghe del socialismo di stato a Cuba. Una di quelle speculazioni con cui chi ha dollari cash e persone locali di fiducia prepara con cura affari futuri rastrellando proprietà, nella scommessa che il modello socialista vecchio stile non regga a lungo e presto i prezzi schizzino alla stelle. A Miami, ma soprattutto in Venezuela, in Messico ed in Colombia, esistono agenzie immobiliari con elenchi di cittadini cubani disponibili a fare da prestanome per acquistare immobili nell'isola. Un decreto firmato due anni fà da Raul Castro, ha liberalizzato infatti, dopo 55 anni, la compravendita di immobili. 

Dall'operazione sono però ersclusi gli stranieri, a meno che non siano residenti permanenti. I cittadini di altri paesi, per una legge del 2010, potrebbero soltanto fare operazioni di semi acquisto per un periodo di 99 anni, a prezzi altissimi.

La proprietà del terreno rimane allo stato. Operazione assai rischiosa e poco allettante.

La compravendita tra cubani sta invece funzionando e molto bene. Secondo i dati ufficiali solo del primo trimestre del 2012 sono state vendute 13 mila case. Il rapporto tra proprietà immobiliari private e proprietà statali è di 5 a 1. 

Il risparmio privato dei locali è quasi inesistente sull'isola, il capitale viene quasi interamente dalle riemsse o da investitori esteri che utilizzano prestanome. All'Avana la maggiorparte degli acquisti li stanno facendo cubani che investono soldi dei parenti espatriati negli Stati Uniti. Sono gli invidiatissimi cubani con "Fe", che stà per familia en exterior. Anche i "cuentapropistas", i lavoratori in proprio, legalizzati con il contagoccie dopo decenni di divieti, sono spesso finanziati da fornitori esteri, che magari fanno soldi speculando sulle ristrettezze del mercato socialista e sulla fame di prodotti da importazione. In molti punti vendita della Avenida Carlos III dell'Avana, per esempio, si trova merce fornita da privati venezuelani che comprano a Panama e a Caracas in dollari e rivendendoa Cuba, riescono a guadagnare fino al doppio di quanto guadagnerebbero investendo nei liberi mercati dei paesi vicini."

Angela Nocioni

L'Espresso - numero 44 - 7 novembre 2013

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